I primi documenti della chiesa di Sant'Ambrogio

I primi documenti della chiesa di Sant'Ambrogio di Torlino Vimercati.

Descrizione

Introduzione
“Torlino. Rettoria di Sant’Ambroggio con anime 280; distante un miglio sopra Trascorre, alquanto verso sera. Apparteneva in addietro al Vicariato di Bagnolo, ma trasportata recentemente per maggior commodo delle strade a questo di Trascorre”.

Le “Notizie inservienti alla topografia del Cremasco al tempo di Mons. Lombardi”, risalenti agli anni (1751-1782) nei quali la nostra terra ebbe a pastore il grande Vescovo veronese Marco Antonio Lombardi, descrivono in questo modo Torlino, allora come oggi piccolo paese immerso nella splendida campagna cremasca, centro quindi dalle ridotte dimensioni, ma assolutamente non privo di una sua storia e civile e religiosa; a suo tempo già il Mons. Can. Angelo Zavaglio (1884-1943) ha sottolineato l’importanza del borgo nella storia medioevale, ripercorrendo le vicende degli antichi Conti.

Si evidenza anche una particolarità che caratterizza Torlino: nell’ambito della Diocesi di Crema è l’unica Chiesa Parrocchiale - per essere precisi Rettorale, perché Chiesa del Rettore - posta sotto il Patrocinio del grande Vescovo di Milano; notiamo anche un secondo elemento che lega Torlino a Milano, cioè la devozione per la Natività della Madonna, che se qui è onorata in modo particolare nella seconda domenica di Settembre, è pure il titolare del Duomo di Milano, dedicato infatti a Maria Nascente; è un fatto davvero meritevole e degno di essere sottolineato, giusto motivo di orgoglio e vanto per tutti i Torlinesi, che una delle Comunità più piccole della Diocesi e del Cremasco non solo abbia lo stesso Patrono della Arcidiocesi di Milano, Chiesa Metropolita di Lombardia e tradizionale sede Cardinalizia, ma anche che la Natività della Vergine, dedicataria della Cattedrale di Milano, sia onorata in modo special anche a Torlino.

Esaminiamo dunque, come già detto in precedenza, alcuni documenti di storia torlinese che stimiamo utili a illuminare il passato di questa terra, pure essa - passi l’espressione -santambrosiana.

 

Il primo documento
In una pergamena recante questo principio:“(ST) in nomine Sancte et mdividue Trinitatis Millesimo ducentesimo vigessimo sexto die septimo exeunte Marti indictione XIIII”, recante cioè la data del 25 marzo 1226, si legge la menzione Girardo, figlio del Conte Ambrogio di Torlino.

“item quod dictus Petrus nichil petat vel petere possit in vitibus que tenentur in Vaierano pro Ecclesia San Benedicti et quas Girardus filius Comitis Ambroxii de Torlino ipsi Ecclesie ddit pro contracambio alterius terre”

Che il Conte Ambrogio porti il nome del Patrono di Milano è un fatto significativo in ordine all’antichità dell’attuale titolo della Chiesa Rettorale, perché molto spesso, la devozione al Santo Patrono si manifesta anche col mettere ai neonati lo stesso nome del Protetto del paese.

 

Il secondo documento
Non meno interessante è il secondo documento, risalente al Novembre 1470:

“In Christi nomine Anno a Nativitate eiusdem Millesimo quadrigentissimo septuagessimo indictione tercia die decimo quinto Novembris terra Creme in domo habitacionis infrascripti Domini Thome de Penariis sita Vicinia Guarnororum porte Seni”

Si tratta in sostanza della concessione, parte dell’Arcidiacono della Chiesa Maggiore di Crema, già Prevosto della Pieve di San Martino di Palazzo Pignano, di terra in affitto (sita a Torlino) fatta a Lorenzone Sanzanni, figlio del defunto Simone, abitante a Scannabue.

“Locacio Domini Thome De Penariis Archidiaconi Ecclesie Maioris Creme Canonicorum Plebis Sancti Martini de Palacio."

Va menzionato perché è utile a chiarire il rapporto tra la Pieve di Palazzo Pignano e Torlino poiché il fatto che la Prepositura di San Martino avesse terre nel vicino centro è un’evidente dimostrazione del legame tra i due paesi:

“Ibi Reverendus Dominus Thomas de Penariis olim Prepositus Plebis Sancti Martini de Palacio Distnictus Creme Placentine Diocessis et nunc Archidiaconus Ecclesie Maioris Creme nominesuo nomine et vice dicti sui Archidiaconatus ac etiam ut fictabilis Presbiteri Francisi de Guaciis Canonici Benefficiati in prefata Plebe Sancti Martini de et super Canonicatum quem ipse Presbiter Franciscus obtinet in Prefata Plebe; et Franciscus et Stefanus de Penariis Canonici Benefficiati prefate Plebe Sancti Martini investiverunt nomine locacionis et ficti ad meliorandum et non peiorandum Lorenzonum de Sanctozano filium quondam Simonis de Schanabovis Districtus Creme presentem et conducentem nominatim de petia una terre aratorie et vidate perticharum centumquadraginta quatuor vel circa et quantacumque sit, et sive plus sive minus sit in presenti locacione permaneat sine aliqua addicione nec detractione ficti infrascripti solvendi per dictum Lorenzonum de quo infra: iacentium in Curia Turlini Districtus Creme ubi dicitur in Braidamala iuris olim Prepositure dicte Plebis et nunc dicti Archidiaconatus et etiam iuris dictorum Canonicatuum quos obtinent in prefata Plebe dicti Presbiter Franciscus de Guaciis et Franciscus et Stefanus Canonici antedicti”

 

Il terzo documento

Il terzo documento che si prende in considerazione risale al 22 Febbraio 1488, e tratta del divieto formulato dal Vicario del Vescovo di Piacenza nel Cremasco nei confronti del Cappellano della Chiesa di San Martino di Palazzo Pignano, affinché non si intrometta nella cura delle anime che spetta, per giurisdizione, al Rettore della Chiesa di Sant’Ambrogio in Torlino, che allora era il Sac. Francesco de Fonduli; l’importanza di questo atto sta nel fatto che ci fa conoscere il nome di colui che allora aveva la responsabilità pastorale della Comunità di Torlino

“Mandato Reverendi Decretorum Doctoris Domini Andree de Robatis Reverendissimi Domini Domini Episcopi Placentini et Comitis in terra et territorio Creme Placentine Diocesis Vicarii Generalis ad instantiam et requisitionem Domini Presbiteri Francisci de Fondulis Rectoris Ecclesie Sancti Ambroxii loci Turlini Districtus Creme dicte Placentine Diocesis (…) plena dabiturjìdes, dicatur et percipiatur et in his scriptis dimittatur Domino Presbitero Aluisio de Papia Capellano in Ecclesia Plebis Pallatii dicti Districtus Creme et dicte Placentine Diocesis (...) ad domum eius habitationis (...) non audeat nec presumat (...) in aliquo intromittere in cura Ecclesie prefate Sancti Ambroxii et Rectorie eiusdem et nec in Parochianis ipsi Ecclesie Sancti Ambroxii et cure eiusdem suppositis videlicet in audiendo confessiones, baptizando et ecclesiastica Sacramenta administrando nec aliqua alia faciendo que spectant ipsi Domino Presbitero Francisco Rectori ut supra pro dicta sua Rectoria Ecclesie prefate Sancti Ambroxii et hoc sine speciali licentia prefati Domini Vicarii et scientia et voluntate dicti Domini Presbiteri Francisci Rectoris antedicti et hoc sub pena excommunicationis (...) Creme sub fide et impressione solliti sigilli prefati Domini Vicarii sub die vigesimo secundo mensis Februarii MCCCCLXXXoctavo indictione sexta".

Come si deduce da un atto notarile del Gennaio 1492, in quel tempo Rettore di Sant’Ambrogio in Torlino era ancora il già citato Sac. Francesco de Fonduli: “Venerabilis Domini Presbiteri Francisci Fonduli Rectoris Beneficiati Ecclesie Sancti Ambroxii loci Turlini Districtus Creme dicte Placentine Diocesis”; infine gli atti del 1488 e del 1492 costituiscono le prime attestazioni della presenza di una Chiesa Parrocchiale Rettorale di Sant’Ambrogio Vescovo in Torlino, oltre ad aver in certo qual modo sottolineato il legame tra Torlino e Palazzo Pignano e chiarita la dipendenza della Chiesa di Torlino dalla Chiesa di Piacenza.

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Bibliografia

  • Enrico Carioni, "Storia delle Chiese di Sant'Ambrogio Vescovo in Torlino e San Lorenzo Martire in Azzano", Leva Artigrafiche, Crema, 2006.

Pagina aggiornata il 24/07/2024