San Lorenzo martire
La Rettoria di Azzano insieme alla Chiesa Parrocchiale era ed è posta sotto Patrocinio del Diacono Martire Lorenzo; ci piace rivisitare i momenti fondamentali della vita del Patrono d’Azzano attraverso gli affreschi del non lontano oratorio di Sant’Ippolito, posto nella giurisdizione della Prepositura di Quintano, perché le vicende terrene di quel Titolare e di San Lorenzo sono strettamente legate.
Comunemente si ritiene che questo Diacono sia vissuto a Roma nel III secolo, e in virtù del suo ufficio abbia svolto il ruolo di tesoriere della Chiesa Romana: in questa veste divenne assai noto per la grande carità adoperata verso i poveri ed i bisognosi in genere; sopravvenuta tuttavia una nuova persecuzione, fu condannato a morte e ucciso sopra una graticola; in Sant’Ippolito figurano due episodi del martirio: nel primo Lorenzo viene rappresentato in carcere, fuori del quale numerosi beneficiati dalla sua generosità; nel secondo troviamo il Santo Diacono nel momento supremo dell’offerta della sua vita al Signore; tra i guardiani di Lorenzo c’era anche un soldato di nome Ippolito, che ascoltando la parola del detenuto, decise di convertirsi, e in seguito poi provvide a seppellire Lorenzo; quest’ultimo fatto portò poi all’arresto e alla morte dello stesso Ippolito.
Il culto ad Azzano
Nella vita dei nostri avi la religiosità aveva un posto fondamentale; in essa un rilievo particolare era riservato alla devozione al Patrono della Parrocchia e titolare della Chiesa Parrocchiale; l’uomo dei tempi andati avvertiva fortemente Il bisogno di ricorrere all’aiuto della Vergine e dei Santi per far fronte non solo alle difficoltà ordinarie dell’esistenza, ma anche a quelle straordinarie; se si considera cosa voleva dire una epidemia di peste bovina, prolungati periodi dì siccità o di pioggia, per i redditi già tenui delle nostre famiglie di lavoratori delle non si proverà certo irrisione per la loro fede, bensì rispetto per la loro costanza in mezzo alle soprarichiamate circostanze, che non esitiamo a definire tragiche; senza parlare poi dei passaggi degli eserciti (si pensi ad esempio ai fatti 1705 a Trescore, Madignano e in altri centri); solo se ci si pone in questo ordine di idee si riuscirà a considerare nella giusta prospettiva anche il tema che dell’analisi degli atti di battesimo e all’espressione dell’imposizione del nome del santo ai propri figli.
In base alla documentazione esistente il primo atto di battesimo di un bambini di nome Lorenzo risale al 3 ottobre 1611 quando ricevette sacramento il figlio di Francesco Candito e Caterina Carioni.
L’uso di dare il nome di Lorenzo ai neonati proseguirà con una certa frequenza anche nei secoli a venire.