Chiesa parrocchiale: notizie sparse

Chiesa parrocchiale: notizie sparse.

Descrizione

I primi secoli
Le “Notizie inservienti alla topografia del Cremasco al tempo di Mons. Lombardi, cioè compilate negli anni (1751-1782) in cui la Sede Episcopale nostra era governata da questo insigne Vescovo, Marco Antonio Lombardi appunto, parlano della Rettoria d’Azzano nei seguenti termini: “Azzano. Rettoria di San Lorenzo di giuspatronato della nobile famiglia Vimercati Sanseverini che ne ha la nomina e la presentazione. Piccola villa di sole 229 anime, distante sei miglia da Crema, e confinante colla Gerra d’Adda”; tuttavia le origini della Chiesa di San Lorenzo sono assai più antiche, essendo anteriori almeno di cinque secoli alla testimonianza sopra riportata; troviamo infatti che una Chiesa posta sotto il patrocinio del Diacono Martire esisteva ad Azzano già nel 1206, affiancandosi ad una seconda intitolata a San Vincenzo; infatti il 19 Giugno di quell’anno il Vescovo di Cremona Sicardo stabilì che dovevano esserci “in Ecclesia Sancti Vincentii de Azano unus Presbiter et unus Clericus tantum” e “et quod in Ecclesia Sancti Laurentii de Azano sint tres fratres tantum”; già allora, come poi sarà per molto tempo, Azzano nello spirituale rientrava nella giurisdizione dell’Ordinario Cremonese (dal quale dipenderà fino al 1580), ed era alle dipendenze della Pieve di Arzago; una seconda menzione di San Lorenzo d’Azzano si trova nel “Liber Synodalium” della Chiesa Cremonese del 1385, dove l’“Ecclesia Sancti Laurencii de Azano” dipende ancora dalla “Plebs de Arzago”; importanza capitale ed epocale per la nostra Comunità riveste la data dell’11 Gennaio 1472, perché in quel giorno il Vescovo di Cremona Giovanni Stefano Bottigella conferì alla Chiesa di San Lorenzo la dignità di vera e propria Parrocchiale, e questo si legge nella “Carta renuncie Beneficii Ecclesie Campestris Sancti Laurencii de Azano territorii Creme Cremonensis Diocesis”.

Il giorno 11 gennaio dell’anno 1472 in una delle camere del Palazzo Vescovile di Cremona, alla presenza dei testimoni Calcino Parati di Crema, Giovanni Aimi e Nicolò Sfondrati, questi ultimi due cremonesi, venne al cospetto Reverendissimo Padre in Cristo Vescovo e Conte Giovanni Stefano Bottigella il sac. Raffaele Rossi, Rettore della Chiesa Campestre e senza cura d’anime annessa di San Lorenzo d’Azzano, che rinunciò alla stessa, con tutti i suoi diritti, e per dimostrare la veridicità della sua intenzione pose le sue mani in quelle del predetto Vescovo, che accettò l’istanza presentatagli; si fece allora avanti Giovanni Pietro Vimercati, cremasco, facendo presente all’Ordinario competente per territorio la presenza ad Azzano dipossedimenti suoi e dei fratelli, e le necessità spirituali del popolo del luogo menzionato, divenuto assai numeroso e bisognOSO di assistenza religiosa che si esplicasse nella residenza del Sacerdote Rettore per la celebrazione della Santa Messa e l’amministrazione dei sacramenti della Chiesa; insomma la situazione era molto mutata rispetto al passato, quando per il continuo stato di guerra in questa parte di Lombardia il paese di Azzano era stato abbandonato dalla popolazione e San Lorenzo era desolato e deserto; il Vimercati s’offrì d’incrementare i beni della Chiesa, che ammontavano a ventotto pertiche, di altre dieci o dodici, onde far raggiungere ai fondi della Chiesa la consistenza complessiva di quaranta pertiche di terra lavorativa: in questo modo si sarebbe messo il Rettore nella condizione di poter svolgere tranquillamente la propria opera di assistenza spirituale senza pensieri particolari per il proprio sostentamento; quindi il Vimercati chiedeva al Vescovo, anche a nome dei suoi fratelli, della Comunità e degli abitanti del paese interessato, di erigere la Chiesa di San Lorenzo, Campestre e Rurale, in Parrocchiale e Curata, per il bene e la salvezza della Comunità e dei suoi uomini, e delle loro anime, fornendole anche del nuovo Rettore; il Vescovo, dopo aver considerato attentamente quanto gli era stato esposto, decise di accogliere di buon grado la richiesta, a Onore di Dio Onnipotente, della Gloriosissima Maria sempre Vergine, e di San Lorenzo Martire, alla condizione che il Vimercati cedesse alla Chiesa tanta terra lavorativa quanta ne necessitava per raggiungere le quaranta pertiche, e fornisse alla Chiesa il necessario per la celebrazione dei Divini Offici, specificando tuttavia che il Rettore avrebbe potuto risiedere solo se il patrimonio della Chiesa avesse permesso un decente sostentamento, perché in caso contrario non si sarebbe potuto obbligare il Rettore a praticare la residenza.

Nel 1514 il papa decideva di conferire il diritti dipresentazione e nomina del Rettore della Chiesa di San Lorenzo ai Vimercati, un evento che giocò una parte importante nello stato di decadimento nel quale si trovava la predetta Chiesa; non si dimentichi che siamo negli anni immediatamente successivi alla battaglia di Agnadello il 14 maggio 1509, caratterizzati da una intensa attività bellica da parte Veneziana, avente come obiettivo quello di guadagnare di nuovo il territorio (o la maggior parte di esso). Con quello scontro sfortunato era stato perduto: ed Azzano doveva aver risentito notevolmente delle conseguenze dei vari fatti d’arme; d’altro canto, un simile stato di cose non era comunque nuovo nella plurisecolare storia di questo antichissimo paese come riportato negli atti delle successive visite pastorali.

 

Dal XV al XIX secolo
In questi anni la Rettoria di San Lorenza conobbe una grande stabilità, eccezion fatta per gli anni immediatamente successivi alla fondazione della Diocesi di Crema; quasi tutti i Rettori, infatti, terminarono la loro esistenza ad Azzano, dove vengono sepolti dopo aver servito per lunghi anni la loro chiesa. Nel 1583 si registra la visita pastorale del vescovo Mons. Regazzoni, cui seguì nel medesimo anno quella del vicario del vescovo di Crema, Eugenio Sabino; altre visite si susseguirono con un certa frequenza nei decenni seguenti.

Negli atti della visita di Mons. Marco Antonio Zollio, 1685, si rileva che la chiesa è stata dotata di un nuovo altare dedicato alla Madonna.

Nel 1781 Giovanni Battista Vimercati Sanseverino fece dono della chiesa di San Lorenzo di una riproduzione benedetta dal vescovo Marco Antonio Lombardi del Crocifisso del Duomo di Crema.

 

Dal XIX secolo ad oggi
Il periodo della storia della chiesa di Azzano che va dalla morte di don Vincenzo Ghilardi al 1951 si contrappone decisamente al lasso di tempo precedente per la brevità dei governi dei vari Rettori, i quali dopo poco tempo vengono generalmente trasferiti ad altra parrocchia; infatti in questi decenni annoveriamo solo due parroci che chiusero la loro giornata terrena ad Azzano, cioè don Stefano Bolzoni e don Giacobbe Gatti, al contrario di quanto accadeva in precedenza; solo con l’arrivo di don Francesco Gandolfi inizia una nuova epoca di stabilità per la chiesa di Azzano;caratteristico di questi anni è il legame che si instaura tra la parrocchia di San Lorenzo e la rettoria di Sant’Imerio in Ripalta Vecchia: il rettore Bolzoni proveniva da quest’ultimo paese, come anche il sacerdote Gandolfi, mentre don Angelo Patrini e don Achille Guerini Rocco passarono a Ripalta Vecchia direttamente da Azzano, dove in precedenza erano stati rettori.

Don Antonio Aiolfi nel 1838 chiese alla curia vescovile il permesso per erigere il pulpito, domanda accolta il 13 gennaio del medesimo anno.

Negli atti delle visite pastorali avvenute nel corso dell’ottocento non si rilevano note di particolare interesse.

Nel 1916, quanto era rettore don Cesare Gennari, fu ricostruito l’altare maggiore: il nuovo marmo fu disegnato ed eseguito da Camillo Remuzzi del Borgo Santa Caterina in Bergamo per il 10 agosto, solennità del patrono San Lorenzo Martire e fu il primo consacrato nella diocesi cremasca dal vescovo Carlo Dalmazio Minoretti; assistettero il vescovo nella solenne funzione della consacrazione, fra gli altri, anche il rettore di Torlino Luigi Barboni e il sacerdote Giovanni Colombi di Casaletto Vaprio.

Il vecchio il vecchio Altare Maggiore era costruito in cotto dove sorge il nuovo in marmo, non aveva il trono o tempietto per la Solenne Esposizione del Santissimo, la custodia era in legno, aveva la sua base sul primo gradino dell’Altare (dal basso in alto) ed era appoggiata al secondo gradino; era molto alta e scomoda; l’altare presentava un pallio rosso di Verona discretamente imitato, al centro vi era la croce e ai fianchi specchi dipinti in verde vecchio ad imitazione del marmo; gli specchi dei gradini erano dipinti con cornice bianco-giallastra; per quanto riguarda la mensa, il pallio ed i fianchi il colore era molto graffiato; il vecchio Altare aveva alla base di fronte due gradini e mezzo, ai fianchi tre soli gradiiu “occasione di continui pericoli specialmente agli inesperti”; il pavimento dell’Altare e del Coro era così esaurito e slivellato “che rendeva zoppicante chiunque vi passava”; le balaustre in legno furono sostituite nell’ottobre 1915 dalle nuove in cemento, graniglia e mosaico, opera di Angelini di Crema; i due gradini dell’altare maggiore in marmo bianco furono anch’essi fatti nell’ottobre 1915 dai marmisti Giamoco e Mariani di Crema.

Nel 1931 sulla chiesa rettorale compì una ricognizione l’ingegner Luigi Viviani, che pi riunì le sue osservazioni in una relazione datata 15 aprile: egli trovò l’edificio recentemente restaurato e dotato di un nuovo pavimento, il campanile, che ospitava un concerto di tre campane del 1830, era stato ricostruito nel 1898 al posto di uno più antico.

Durante la seconda guerra mondiale, precisamente nel 1943, furono requisite due campane del peso di 79 e 54 kg; le campane furono ripristinate nel 1947 ad opera della ditta Crespi di Crema; tuttavia nel 1950 si recò ad Azzano Giorgio Costi che constatò come la campana della torre fosse in fa calante e consigliava la rifusione; le due nuove campane di 122,5 e 85 kg furono collaudate il 2 giugno dello stesso anno e messe in opera dalla fonderia Crespi il successivo 11 ottobre.

Negli anni successivi si registra una grandiosa celebrazione in occasione del XVII centenario del martirio di San Lorenzo, quando era rettore don Francesco Gandolfi. Nel 1976 si rileva la consacrazione del nuovo altare maggiore.

Per quanto riguarda il cimitero, analizzando il registro dei morti si evince che anche ad Azzano in antico era contiguo alla chiesa, almeno fino al 1808 quando fu consacrato il nuovo camposanto lungo la strada per Vailate.

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Bibliografia

  • Enrico Carioni, "Storia delle Chiese di Sant'Ambrogio Vescovo in Torlino e San Lorenzo Martire in Azzano", Leva Artigrafiche, Crema, 2006.

Pagina aggiornata il 24/07/2024